Fake News
 
Dalle cure inesistenti
ai cibi con effetti miracolosi,
il fenomeno si allarga.
 
Al Festival della scienza medica di Bologna
i consigli per difendersi
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Sono quei titoli

«urlati» sui social

da siti praticamente sconosciuti.

Toccano argomenti che, per svariati motivi, sono in grado di smuovere la sensibilità dell’opinione pubblica. 
E in un batter d’occhio vengono condivisi sul web migliaia o addirittura milioni di volte. È così che nasce una fake news. Solo apparentemente innocua, quando cavalca temi riguardanti la salute e l’alimentazione può diventare tragicamente pericolosa. Può, ad esempio, convincere un malato di cancro ad abbandonare la medicina vera e rivolgersi a pratiche discutibili. O può spingere un genitore a modificare la dieta dei figli, causando gravi carenze nutritive. 
L’allarmante diffusione della fake news in sanità è stato al centro di tre appuntamenti organizzati nell’ambito del Festival della Scienza Medica di Bologna: Cibo, Diete, Medicina.
 
 
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Mani
 
 
Declino cognitivo,
le donne più coinvolte degli uomini:
Alzheimer e menopausa fra le cause
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Sabato 21 Aprile 2018

si è celebrata la Giornata Nazionale

della Salute della Donna

DECLINO COGNITIVO, PERCHÉ LE DONNE SONO PIÙ COINVOLTE?  
Con l’aumentare dell’aspettativa di vita, il declino cognitivo e lo sviluppo di demenze sono diventati argomenti di sempre maggiore importanza e urgenza.
 
Nello specifico uno studio italiano ha evidenziato come le donne, nell’arco della loro esistenza, siano esposte a un rischio Alzheimer quasi doppio rispetto agli uomini. «Questo dato, che in parte viene spiegato dalla maggiore longevità delle donne, è anche da attribuire a fattori genetici e a un più basso grado di scolarizzazione - spiega Vincenzo Di Lazzaro, Professore Ordinario e Direttore della Neurologia del Policlinico Universitario Campus Biomedico di Roma che aggiunge - Le donne si trovano non solo ad affrontare la malattia di Alzheimer da pazienti, ma per via del ruolo che da sempre rivestono nella società, sono anche direttamente coinvolte nella gestione e nell’assistenza dei familiari affetti da questa forma di deterioramento cognitivo. È stato infatti rilevato che circa il 60-70% dei pazienti affetti da demenza viene assistito da soggetti di sesso femminile (il cosiddetto caregiver), che affronta con il paziente il difficile percorso della malattia, con tutte le problematiche individuali e sociali che ne derivano».  
 
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